Nel dialetto Piemontese la "Bùta Stùpa" (tradotto volgarmente in "bottiglia tappata") rappresenta non solo la classica bottiglia di vino buono (generalmente Barbera o Dolcetto) che i nostri padri tenevano gelosamente in cantina per le grandi occasioni, tappata con tappo di sughero, ma anche un "rito" se vogliamo, che tutti gli anni, generalmente in primavera, legava amici e parenti nell' imbottigliamento del vino novello.
Era un rito che mi ricordo tutt'ora; si partiva dall'acquisto del vino "buono" presso il vignaiolo o la Cantina Sociale di fiducia, si sistemava la (o meglio LE) damigiana/damigiane in cantina per poi aspettare la "luna buona" per procedere all'operazione di imbottigliamento.
Venivano meticolosamente preparati i tappi di sughero lasciandoli a bagno per una nottata nell'olio, venivano "avvinate" le bottiglie e poi si procedeva con il travaso del vino dalla damigiana.
E poi la tappa finale: il "tappaggio"!
E che soddisfazione poter poi stappare (o meglio "Distùpè"!) una bottiglia di quelle "giuste" unita ad un buon pranzetto oppure buona cena!
sabato 12 dicembre 2009
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